Una storia vera di riconciliazione.

La storia vera dell’inaspettata amicizia fra due padri, un palestinese e un israeliano, che hanno rispettivamente perso le loro figlie a causa della violenza e che trasformano il loro dolore in attivismo per la pace. Una storia epica raccontata sullo sfondo delle tensioni irrisolte nel cuore si Israele e dei Territori occupati.

Bassam Aramin è palestinese. Rami Elhanan è israeliano. Il conflitto colora ogni aspetto della loro vita quotidiana, dalle strade che sono autorizzati a percorrere, alle scuole che le loro figlie, Abir e Smadar, frequentano, ai check point. Sono costretti senza sosta a negoziare fisicamente ed emotivamente con la violenza circostante. Come l’Apeirogon del titolo, un poligono dal numero infinito di lati, infiniti sono gli aspetti, i livelli, gli elementi di scontro che vedono contrapposti due popoli e due esistenze su un’unica terra. Ma il mondo di Bassam e di Rami cambia drammaticamente e irrimediabilmente quando Abir, di anni dieci, è uccisa da un proiettile di
gomma e la tredicenne Smadar rimane vittima di un attacco suicida. Quando Bassam e Rami vengono a conoscenza delle rispettive tragedie, si riconoscono, diventano amici per la pelle e decidono di tentare di usare il loro comune dolore come arma per la pace.
“McCann ha ascoltato questi due uomini e le loro famiglie. Con estrema sensibilità e con una scelta delle parole incredibilmente precisa, egli dà risonanza universale al loro dolore e alla loro vita. «Dobbiamo apprendere – dice Rami a un certo punto – la forza della nostra umanità. A essere violentemente non violenti.
A chinare il capo davanti alle cose che è necessario dirci gli uni gli altri. Questa non è mollezza né debolezza, ma, al contrario, è umanità». Nonostante la presenza di alcuni incisi di cui non si comprende la pertinenza, nessun lettore può uscire indifferente da un libro del genere.
Che cosa accomuna le sorti di due padri, un palestinese e un israeliano, dentro al conflitto che divide da decenni i loro popoli?
Cosa rende possibile non cedere al desiderio di vendicarsi della morte di un figlio?”
(Da La Civiltà Cattolica 17/08/2020)