La prospettiva dell’autrice è quella della “trasformazione dei conflitti”, paradigma nato alla fine del secolo scorso nella comunità statunitense di fede protestante mennonita, per cui il conflitto è un fenomeno necessario al cambiamento e alla ricostruzione di società orientate a pace, giustizia e riconciliazione.
L’autrice cita Mandela:” Mentre uscivo verso il cancello che mi conduceva alla libertà, capii che se non avessi lasciato dietro di me amarezze e odio, sarei rimasto sempre in prigione.” Lei stessa definisce così il perdono.” Perdonare vuol dire riuscire a liberarsi del
potere distruttivo del ricordo del male che chiede vendetta e trascenderlo, accettando di percorrere con fiducia il cammino certo del bene.”

L’obiettivo dichiarato del libro, è quello di accompagnare lettori e lettrici lungo un cammino che, partendo dal conflitto, conduca alla riconciliazione: abbracciare l’incontro attraverso lo scontro.
Si parte dal presupposto (accogliendo le categorie della tragedia greca) che la krisis può diventare katastrofè oppure katharsis, ovvero occasione di superamento e persino di redenzione. Il percorso proposto prende in esame la possibilità di comprendere un conflitto e di trasformarlo, attraverso l’analisi di casi, il lavoro in gruppo e le dinamiche di gruppo.
Il conflitto è preso in considerazione nelle sue dimensioni personali, relazionali, strutturali e culturali, presentando sempre situazioni concrete e interagendo con il lettore. L’ultima parte è dedicata alla riconciliazione, intesa come concetto e prassi della costruzione di pace. Il processo si realizza partendo da un passato di separazione a un futuro collettivo,attraverso quattro tappe: Verità, Misericordia, Giustizia e Pace.