Project Description
CESEDI

Dall’anno scolastico 2013/14, accreditata dal CE.SE.DI. (Centro Servizi Didattici Area Metropolitana di Torino), la nostra proposta di formazione alla pratica del Perdono rivolta a studenti di scuola superiore di II° grado, è ricorrente e continuativa. Sinora sono poco più di 1.100 gli studenti che hanno partecipato Il percorso, come durata e contenuti, nella sua formula standard, consiste in 3 incontri (6 ore) in aula con ogni singola classe, e nella sua formula più flessibile si adatta alle esigenze delle singole classi.
Prima degli incontri in aula, con l’insegnante di riferimento si rilevano le dinamiche che caratterizzano i rapporti tra gli allievi, anche per recepire alcune indicazioni e aspetti da trattare in modo più specifico ed approfondito.
PERCORSI INTERATIVI SULLA PRATICABILITA’ DEL PERDONO
CE:SE:DI: in collaborazione con Ass. “Università del Perdono” – ONLUS.
Destinatari: -Studenti Istituti di secondo grado e Isttituzioni formative
– Docenti e formatori.
La società attuale si caratterizza per la presenza di alcuni aspetti che incidono profondamente nelle
modalità di pensiero e comportamento:
a. Il consolidamento della contrapposizione duale, basata su pregiudizi che ripropongono
schemi prevalentemente antitetici: buoni/cattivi, offensori/offesi, autori/vittime di violenza,
azione/reazione uguale e contraria, inclusi/esclusi.
b. L’indeterminatezza di punti di riferimento e di valori stabili immerge ogni persona –e a
maggior gli studenti che vivono i cicli evolutivi della pre-adolescenza, adolescenza,
giovinezza- in una “società liquida” (Z. Bauman), senza forma, facilmente permeabile da
fattori di spinta e di attrazione che abbiano visibilità e rilevanza mediatica.
c. Nonostante le iperconnessioni multiple e continuative, i fenomeni di solitudine, del solo tra
la folla” che vive nel ‘non-luogo’ e ‘non-tempo’ (M. Augé) sono sempre più diffusi ed
inquietanti, rischiosi per i ragazzi.
Da tali considerazioni derivano 2 interrogativi:
– Come riuscire ad offrire un orientamento e qualche strumento perché i giorani
possano rispondere in modo critico e consapevole a istanze relazionali,
intersoggettive e sociali per superare le condizioni di contrapposizione?
– Come poter stare meglio con se stessi e con gli altri?
Obiettivi. Sono riconducibili alle seguenti constatazioni:
– L’offesa è una ferita inferta dal soggetto/autore e subita dalla vittima.
– Le conseguenze dell’offesa segnano visibilmente la vittima: se non ha la forza di
reagire somatizza, rivolge verso se stessa l’aggressività, prova rabbia, rancore e
risentimento verso l’offensore, matura propositi di rivalsa, cerca la vendetta,
amplifica e consolida il disagio, aumenta il dipsendio delle proprie energie per
mantenere in vita l’odio e i motivi che giustifichino la reazione offensiva.
– Insomma, la vittima finisce per condannare ed essere l’offensore inconsapevole di
se stesso e, attraverso il sentimento di odio rivolto al proprio offensore, rimane a
lui legato, condizionato, imprigionato.
Gli obiettivi, pertanto, sono:
1. Offrire consapevolezza rispetto alle dinamiche dei processi di contrapposizione e conflitto;
2. Superare gli effetti indotti dalla contapposizione e dalla conflittualità;
3. Rilevare in ogni persona la presenza della dote umana della capacità di perdonare;
4. Comprendere che il Perdono è prima di tutto un dono rivolto a se stessi per migliorare il
proprio ben-essere;
5. Sperimentare l’efficacia del Perdono come modalità di rapportarsi dapprima con se stessi e
poi, se si verificano le condizioni, con gli altri;
6. Capire che il Perdono non equivale e nemmeno può cancellare la responsabilità del passato e
il dolore per le ferite sofferte, ma serve a liberare da quei legami che possono condizionare il
futuro e restringere prospettive ed orizzonti;
7. Constatare che il Perdono è un atto di benevolenza e di giustizia verso se stessi;
8. Sperimentare la possibilità di ricomporre la propria esistenza e la propria convivenza
riacquistando autonomia e dignità;
9. Constatare che il Perdono è l’azione propedeutica verco la Riconciliazione, se la vittima è
consapevole e coscientemente intenzionata e se l’offensore ha compiuto una revisione
critica dei propri valori di riferimento.
Contenuti.
1. I rapporti interpersonali: la pulsione aggressiva, il bullismo, la violenza fisica, psichica,
morale, sessuale;
2. La persona e i sentimenti: affettività ed emotività, amore/odio, la memoria dell’offesa, la
pulizia (catarsi) della relazione interpersonale;
3. La ferita aperta: curarla o lascirla andare in necrosi?
4. Cause soggettive e sociali della violenza;
5. Effetti della violenza e della reazione ostile: la sicurezza in se stessi, il senso della vita, la
relazione con gli altri e la convivenza;
6. La vittima: sintomi post-traumatici dell’offesa, della ferita: incubi, insonnia, disagio
psicologico, sentimento di estraneità, perdita di autonomia e sicurezza, affettività ridotta,
…);
7. Aspetti cognitivi, emozionali, spirituali, comportamentali conseguenti alla reazione ostile
all’offesa;
8. Ponderazione dei risultati generati dalla rabbia e dall’odio e dei risultati generati dalla
pratica del Perdono in relazione a salute, risparmio di energie, emozioni, intelligenza,
relazioni intersoggettive, progettualità individuale;
9. Anamnesi personale: come ho risposto alle offese? Cosa ho imparato dalla mia esperienza?
Cosa posso imparare dall’esperienza di altri?
10. Lettura e commento di brani significativi;
11. La scelta e la decisione di perdonare: atto di intelligenza, di sano egoismo, di liberazione e
terapia;
12. Confronti in gruppo: perché (non) ritengo giusto perdonare?
13. Giochi di ruolo;
14. Storie esemplari: dalla cronaca dei media (=episodi di stalking, femminicidio, violenza
fisica, psichica, morale, tradimenti, maldicenza, …)
15. Analisi situazionale: riferimento e discussione di fenomeni desunti dai media (=cyber-
bullismo, mobbing, cybersessismo, cybermisoginia, violenza e discriminazione di genere,
omofobia, …)
Metodologia, strumenti, tempi.
L’offesa fa parte delle esperienze comuni, dei vissuti di ognuno, a cominciare dall’infanzia.
La metodologia privilegia l’impostazione interattiva dove i singoli (docenti e studenti) possono
sempre sentirsi partecipi, coinvolti e protagonisti; viene sollecitato il confronto di opinioni, di idee,
di esperienze.
Pur avendo una strutturazione compiuta, questo percorso formativo è duttile, versatile, capace di
adattarsi ad esigenze specifiche dei destinatari, alle loro aspettative, al livello di istruzione, alle
capacità di assimilazione.
Gli strumenti specificamente utilizzati: lo schema che indica i tempi e la progressione dei
contenuti; la traccia-dispensa; il testo “Il Perdono. Un itinerario pedagogico e formativo”; lettura
di brani e commenti (Alcuni brani possono essere proposti dai frequentanti); giochi di ruolo;
anamnesi e rielaborazione di episodi narrati dai docenti, studenti; utilizzo di simboli; alternanza
tra lavori di gruppo, sottogruppi, individuali.
Il percorso può essere modulato anche in termini di durata (di ore da dedicare), salvaguardando
comunque, la quota standard di ore che consente di raggiungere alcuni obiettivi significativi. Si
chiede la disponibilità di 2 ore consecutive per ogni incontro e nello stesso anno scolastico, e di
almeno 3 incontri non troppo distanziati nel tempo.
In accordo con gli insegnanti si chiederà agli allievi di compilare un test di verifica.